news

Nel triennio al 2024 stimati 82 miliardi nuovi npl

Per il triennio 2022-2024 si stimano 82 miliardi di euro di nuovo deteriorato. Rispetto alla previsione dello scorso febbraio, si ipotizza un incremento di 10 miliardi di euro euro di nuovi flussi con un posticipo di 6/9 mesi (picco nel 2023), a causa del persistere – evidenzia il Market Watch di Banca Ifis presentato a Cernobbio – delle criticità dei prezzi su energia, materie prime e beni alimentari unitamente all’incremento dei tassi a seguito della politica monetaria più restrittiva.

L’aumento dei flussi di deteriorato sarà compensato dalla prosecuzione del processo di de-risking anche coerentemente ai piani delle principali banche, con un Npe ratio (rapporto tra crediti deteriorati e il totale dei crediti erogati) sul sistema bancario del 3,3% a fine 2024 Il tasso di deterioramento delle imprese è atteso in crescita in misura maggiore rispetto al segmento famiglie (nel 2023, 4% rispetto al 2,3%) a causa del maggiore rischio legato ai finanziamenti ex-moratoria.

Per quest’anno inoltre sono attesi 35 miliardi di euro di transazioni Npl, con il mercato secondario ormai componente di rilievo (30%). Si prevedono cessioni di portafogli UtP (inadempienze molto probabili) per 12 miliardi di euro di cui 6 miliardi già finalizzate a metà settembre. Il mercato manterrà volumi elevati di Npe anche nel biennio 2023-2024 (47 miliardi di euro nel 2023 e 33 miliardi di euro nel 2024). A metà settembre del 2022 sono state finalizzate cessioni per 22 miliardi di euro di Npe (Non Performing Exposures, cioè l’esposizione che un istituto ha verso gli Npl). In particolare le operazioni con Gacs hanno rappresentato il 48% dei volumi, assorbendo il 41% dei portafogli secured transati.

La componente unsecured ha pesato il 48% del totale transato, a cui ha contribuito la gacs (garanzia cartolarizzazione sofferenze) del veicolo Organa SPV di Intesa Sanpaolo che ha incluso anche questa tipologia di asset. I prezzi sono in leggero aumento a causa di elevata incidenza delle operazioni con gacs in aggiunta agli effetti prodotti dai portafogli unsecured più ‘freschi’ (massimo 12 mesi) piccolo taglio che incontrano l’appetito degli investitori specializzati sul segmento.

L’incremento è mitigato dall’incidenza crescente del mercato secondario. Inoltre dal 2022 si stima un aumento dello stock Npe (377 miliardi di euro a fine 2024) per l’incremento dei flussi di deteriorato e la riduzione dei tassi recupero, soprattutto su ticket di maggiori dimensioni e crediti secured che richiedono tempi di recupero più lunghi. Le banche italiane hanno realizzato un importante risultato di de-risking: con una stima di 357 miliardi di euro di portafogli Npe ceduti.

Nel dettaglio hanno operato100 investitori impiegando 90 miliardi di euro in 7 anni per acquisire nel mercato primario e secondario i portafogli di crediti deteriorati. Infine lo stock di Npe in Italia è diminuito dai 361 miliardi di euro del 2015 a 321 miliardi di euro del 2021, grazie alla gestione operata da banche, investitori e servicer. . Il comparto italiano del credito deteriorato ha visto una crescita continua dei ricavi dal 2013 al 2021 (+90% sull’intero periodo), che proseguirà con un +9% nel 2022 e +4% nel 2023. Lo sviluppo del comparto del credito deteriorato ha significato investimenti in risorse umane e tecnologia, driver di una creazione di valore confermata dalla crescita dell’ebitda (+20% medio annuo). Fonte Ansa+